Il casino di Ascinà

Simbolo di Status nel 1700

Nel corso dei secoli, Villa Caristo ha ospitato diverse famiglie nobiliari e aristocratiche, che hanno contribuito ad arricchire e abbellire la tenuta con prestigiose opere d’arte, arredi pregiati e giardini affascinanti.

Il corpo centrale dell’edificio, allora “Casino di Ascinà” o “Casino di Delizie”, fu costruito nel 1700, per conto della famiglia Lamberti, come simbolo del loro elevato status sociale. Nel 1761, col fallimento delle regie ferriere di Stilo di cui ne erano proprietari, la residenza fu pignorata e acquistata dal Marchese Clemente di San Luca, che la completò con un significativo ampliamento dei corpi laterali trasformandola da “casino” in villa.

I Clemente l’arricchirono ulteriormente di decorazioni; circa un centinaio di statuette allegoriche poi trafugate, i sedili maiolicati a firma del maestro “riggiolaro” Giuseppe Massa, autore del complesso monumentale di Santa Chiara a Napoli, la cappella gentilizia a tre altari con la statua di San Leonardo e dal gruppo marmoreo di Clorinda e Tancredi. Nel pianterreno della villa fecero realizzare in una saletta gli affreschi dei feudi, tra cui il più importante quello di Pentedattilo, unica raffigurazione del borgo con il castello.

VILLA CARISTO STORIA
1830

Il periodo decadente

Col diffondersi della malaria, subito dopo il terremoto del 1783, i Clemente lasciarono la Calabria per fare ritorno a Napoli e il fondo di “Ascinà” rimase abbandonato per circa cinquant’anni. Nel 1830 la villa e i terreni circostanti furono acquistati dalla famiglia Caristo, originaria di Napoli, che annovera tra i suoi antenati Joseph Caristo, viceré delle Indie orientali e un Caristo dignitario di corte durante il dominio borbonico.

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La Famiglia Caristo

Custodi della tradizione e dell'impegno sociale

La famiglia Caristo era una famiglia di origine patrizia del sud Italia con una lunga storia e una ricca tradizione familiare che si è tramandata di generazione in generazione.

LA FAMIGLIA

Storia, Tradizione e Impegno Sociale

Il nome “Caristo” deriva dal greco antico “Charistos” (Χαριστός) che significa “grazioso”, “affascinante” o “piacevole”, esprime un’aura positiva e può essere associato a qualità come la gentilezza, la simpatia e l’attrattiva.

Questa famiglia si è distinta nel corso dei secoli per il suo impegno nella comunità, dandone un grosso contributo, raggiungendo un potere politico ed economico ragguardevole. Molti membri hanno intrapreso carriere di successo in vari settori come l’arte, la medicina, l’imprenditoria, la magistratura, e la politica.

Avevano un notevole interesse per le opere d’arte. Erano noti per la collezione di dipinti, sculture e altri oggetti d’arte di valore e pezzi unici di artisti rinomati, esposti nella galleria del palazzo Caristo al centro di Stignano, a conferma del loro considerevole status sociale.

famiglia Caristo

L'Interesse per l'Arte

Collezionisti e Mecenati

I Caristo iniziarono un lungo processo di bonifica partendo dai terreni circostanti, tant’è che il 15 agosto 1847 Edward Lear, famoso scrittore, pittore ed illustratore inglese, nel suo libro “Diario di viaggio a piedi”, racconta di esser stato ospite di Francesco Maria Caristo nel palazzo signorile di famiglia al centro di Stignano, in quanto la villa di Scinà era ancora in rovina. Proprio in quell’occasione, il giovane Caristo confidò allo scrittore l’insoddisfazione del vivere in un paese isolato, lontano dal lusso e dai fasti della capitale del regno, proprio come diceva il Marchese Clemente.  

Sul finire dell’800, pare che la villa fosse stata pignorata dal barone Manfrè di Gerace in quanto la famiglia Caristo non avrebbe voluto interessarsi di un contenzioso legale rinunciando al riscatto del bene presso la Corte di Catanzaro. A seguito di questa causa Franz Lucà, secondo marito della baronessa Manfrè, divenne il legittimo possessore della villa mentre i terreni circostanti rimasero in possesso dei Caristo. Successivamente furono acquistati tutti dal giovane Paolo Caristo che ricostituì così gran parte dell’originario fondo di Scinà.

giardini vecchi Villa Caristo

Il Recupero di Villa Caristo

Una storia di dedizione e amore per il patrimonio

Nel marzo del 1950 il Prof. Paolo Caristo acquistò da Franz Lucà l’immobile, sebbene fosse in stato di rudere, per la somma di 500.000 lire. Da quel momento in poi fino ai giorni nostri, la famiglia Caristo gioca un ruolo determinante, facendosi carico di una significativa opera di recupero e di restauro della villa e di tutta l’area circostante, riportandone l’antica grandiosità e tutta la sua magnificenza, e ridandole nuova vita.

L’impresa di riportare questa villa al suo splendore originario da parte del Professore Paolo Caristo e del figlio Sergio, medico chirurgo, è durata oltre sessant’anni e sta proseguendo con Pierpaolo, primogenito di Sergio. Questo è un chiaro esempio di dedizione e amore per preservare e valorizzare questo patrimonio italiano, affinché possa giungere, ispirare e arricchire le generazioni future.

villa diruta

Emblema del Barocco

Villa Caristo, emblema del barocco napoletano in Calabria, tutelata dalla Soprintendenza per i beni culturali, è aperta al pubblico con visite guidate e rappresenta una meta ideale per turisti e amanti dell’arte e della storia che desiderano immergersi nella sua atmosfera aristocratica d’un tempo e scoprirla attraverso le sue mura, le sue sale affrescate, gli eleganti saloni, i giardini ben curati e ammirare alcuni arredi originali dell’epoca.

Villa Caristo Oggi

un centro culturale di bellezza e storia

Oggi Villa Caristo è diventata non solo un luogo di grande bellezza e storia, ma anche un importante centro culturale; ospita convegni, mostre d’arte, presentazione di libri e concerti di musica lirica, permettendo ad un pubblico più ampio di scoprire e apprezzare la ricchezza artistica di questa villa.

libro villa caristo

Il libro

Per coloro che volessero approfondire la storia della villa è disponibile il volume “Villa Caristo gioiello recuperato” acquistabile direttamente in sede.